venerdì 20 gennaio 2017

Intervista in voce con Sebastiano Vassalli, 1995


Sebastiano Vassalli nel 1976
a un convegno a Orvieto
Nella primavera del 1995 Sebastiano Vassalli pubblicò il romanzo 3012, che fu promosso all’insegna dell’ODIO. Proprio: un romanzo sull’ODIO. In realtà non era precisamente così, ma, insomma, il Vassalli ci teneva, e il messaggio promozionale funzionò egregiamente.

Io tra le tante cose che facevo per sopravvivere collaboravo a “Class”, diretto dal diavolone vulcanico di nome Paolo Pietroni. Adorava letteralmente l’ODIO, lo considerava anche lui il motore del mondo. Mi spedì subito a Biandrate, tra le risaie del novarese e le rane, a intervistare l’autore.

Con Sebastaiano Vassalli eravamo amici, veramente amici, da quasi 30 anni. Era tra l’altro stato il mio primo editore: nel 1973 aveva pubblicato le mie poesie nella sua collana sperimentale “Ant Ed”. Accettò dunque di buon grado di farsi intervistare e l’intervista fu pubblicata su un numero di “Class” della primavera/estate di quell’anno, non ricordo quale.

In questi giorni ho fortunosamente ritrovato la cassetta con la conversazione registrata, l’ho riascoltata e l’ho trovata molto, molto gustosa. Peccato che, finito il nastro di 46 minuti, io abbia rinunciato a inserirne uno nuovo, perché ce ne siamo dette tante altre ancora più gustose. 

Ma, non essendoci nastro, ci siamo un po’ lasciati andare sui nostri ODI personali, quindi è forse meglio che il tutto sia stato inghiottito dall’oblio. Mi ha detto cose al vetriolo sui suoi rapporti con certi autori di Einaudi, nome e cognome. Meglio così, silenzio…

L’ho messa online sul mio sito. È lunghetta, 47 minuti, ma se può interessare…